Gravel bike: puoi andare ovunque
Non è una bici da strada, neanche una mountain bike, ma nemmeno una bicicletta da ciclocross. E dunque, cos'è? Semplice: una gravel bike. Dal significato della parola gravel, letteralmente ghiaia, si capisce qual è l'uso di questo mezzo: una bici trasversale, adatta a percorsi con ghiaia e terriccio, ma anche asfalto. Insomma, per intenderci, tracciati come quello dell'ormai celeberrima Eroica.
Ecco cos'è, com'è fatta e come nasce la moda della gravel bike.
In giro per lo stivale
Se il gravel come disciplina è nato negli Stati Uniti in quanto lì sono moltissime le strade secondarie ancora non asfaltate, non si può certo dire che in Italia manchino itinerari sterrati, in mezzo alla natura e su cui divertirsi anche in MTB, o facendo camminate e trekking. Il nostro Paese offre sconfinate possibilità per gli amanti della bici, con percorsi misti e di rara bellezza. E per affrontare tracciati misti, niente di meglio di una bici gravel, che con con le sue ruote e la sua struttura, permette di andare su ogni tipo di strada. Ecco come sceglierete le ruote giuste per la vostra gravel bike.
Scopriamo tre percorsi per gravel bike di tre livelli differenti di difficoltà.
Emozionatevi pedalando nella Maremma toscana
Il primo percorso per gravel bike che vi proponiamo è decisamente suggestivo, ricco di natura e tocca località e paesaggi che vi lasceranno senza fiato. Siamo in Toscana, nella Maremma, con un tracciato che parte da Capalbio e passa per Orbetello, l'Argentario e le oasi naturali del lago di Burano. Da Capalbio a Capalbio, per un anello di 76 km, misto di asfalto e sterrato, con poco dislivello e dunque non difficile.
Partendo da Capalbio Scalo, imboccando la provinciale 69 in direzione Ansedonia, dopo pochi km si è già immersi nello spettacolo dell'oasi WWF del Lago di Burano. Qui, è senza dubbio già il momento di una prima brevissima tappa dedicata a qualche scatto ricordo. Si riparte verso la cima del promontorio di Ansedonia, punto dal quale si può godere di uno spettacolo unico sul Tirreno. Da qui verso Feniglia, percorrendo una lingua di sabbia di 6 km che collega Ansedonia all'Argentario.
Dalla località Le Miniere, si pedala per qualche tratto su una strada provinciale per raggiungere Porto Ercole e dopodiché Porto Santo Stefano. Viaggiando tra natura e storia, abbiamo già percorso più di 50 km. Ora, si punta la gravel bike in direzione Orbetello, cittadina circondata dal mare che con le sue mura etrusche, il duomo, la Polveriera Guzman e le mura senesi, è il perfetto passaggio di un percorso adatto a chi ama la bicicletta e la scoperta di luoghi magnifici.
Da qui, in pochi km si può tornare al punto di partenza di Capalbio Scalo.
Un percorso per tutti gli amanti dalla bici, anche i principianti. Un itinerario da godere dal primo fino all'ultimo km.
Sulle strade della Franciacorta
Ecco uno splendido giro nelle terre lombarde, in provincia di Brescia. 70 km, con circa 1000 metri di dislivello, un anello che parte dalla Val Trompia, raggiunge Santa Maria del Giogo e torna al punto d'arrivo passando dalla Franciacorta.
Il percorso parte poco distante dal centro di Brescia, da cui si raggiunge facilmente la ciclabile della Val Trompia, caratteristica in quanto situata lungo il fiume Mella.
Dopo aver percorso una decina di km su strada 100% gravel, si arriva alla località di Ponte Zanano, da dove inizia una salita mista asfalto e sterrato che presenta tratti molto duri, con pendenze anche superiori al 20%, che potrebbero obbligarvi a scendere dalla bici e percorrere qualche decina di metri camminando. Una volta arrivati in cima, sarà facile capire che lo sforzo compiuto non è stato vano: basterà ammirare la vista sul Lago d'Iseo e sul monte Isola.
Si riparte, giù per una strada sterrata che attraversa un bosco e costeggia il lago d'Iseo. Si attraversano i comuni di Sulzano e Provaglio d'Iseo e si imbocca la ciclabile Brescia – Paratico, in direzione Bresica. Si percorre la Franciacorta passando per le località di Monterotondo, Passirano, Paderno, Rodengo Saiano, Gussago e il bosco di Sant'Anna, prima di fare ritorno a Brescia.
Un percorso di media difficoltà e decisamente suggestivo, consigliato a chi ama pedalare su sterrato e sulle strade boschive, con tratti di asfalto e sulle ciclabili.
Da Parma a Lavagna, si alza l'asticella
177 km con 1500 metri di dislivello totale, per un itinerario decisamente impegnativo fra Emilia Romagna e Liguria.
Partenza da Parma, direzione Parco Fluviale Regionale del Taro. 20 km di pianura fra ghiaia e alcuni tratti di single track lungo il fiume... molto divertente! Si attraversa la località di Fornovo di Taro e si inizia un altro passaggio di strada off road, percorrendo l’antichissima strada della Maria Longa, utilizzata già in epoca Longobarda. C'è da impegnarsi su un crinale di 12 km lungo il quale si incontra qualche salita dura, ma niente di impossibile, con il terreno che alterna ghiaia a terra argillosa. Qui si possono ammirare i ruderi del castello di Roccalanzona, mentre si percorrono altri 3 km di gravel puro prima di giungere al comune di Maneia, da dove si imbocca una discesa che porta alla strada provinciale.
Ancora salita, 7 km, fra ghiaia e bitume e un sali scendi che porta al paese di Bardi, caratteristico per la sua magnifica fortificazione arroccata sopra uno sperone di diaspro rosso. Siamo a 80 km... e il bello deve ancora arrivare!
Ora inizia la parte più impegnativa, con salite su terreno ghiaioso per arrivare fino a Sarizzuola. Proseguendo si giunge nella località di Pilati e da qui giù in discesa seguendo il torrente Ceno e poi di nuovo in salita, con una prima parte molto impegnativa che lascia poi spazio a tratti più agevoli. Si sale fino al rifugio Penna: qui siamo a 120 km e l'ascesa ancora non è terminata. Su un bellissimo percorso ghiaioso si attraversa la foresta del Penna: siamo nel magnifico Parco Naturale Regionale dell’Aveto. Splendore paesaggistico e fatica si mescolano e pedalare, per alcuni istanti, diventa più semplice. Bisogna raggiungere il passo della Spingarda a 1551 metri sul livello del mare e l'ultimo km prima della cima supera il 10% di pendenza media. Da qui si scende, per poi risalire e infine scendere per l'ultima volta. Durante la discesa potrete ammirare i laghi di Giacopiane e Pian Sapeio, la verdissima val Sturla, il massiccio dello Zatta e le cime Penna e Aiona: uno spettacolo unico!
In fondo alla discesa si prende la strada provinciale, si attraversano i ponti sui torrenti Sturla e Lavagna e si imbocca la ciclabile Carasco. Seguendo il fiume Entella si giunge a Lavagna, dove finisce questo duro, ma splendido itinerario.
Un percorso non per principianti, ma per chi ha già un discreto allenamento, impegnativo al punto giusto e con paesaggi mozzafiato. Ideale per gli amanti della gravel bike.
Conclusione
Gravel è per tutti. Questo perché l'Italia, grazie alla sua conformazione territoriale, presenta strade miste di asfalto e sterrato che si differenziano per lunghezza, pendenze e difficoltà. Queste strade, però, hanno una cosa in comune: la bellezza. In qualunque regione vi troviate, se volete usare la vostra gravel bike su percorsi emozionanti e più o meno impegnativi, ci sono decine di opportunità per voi. E se volete iniziare con la bici da gravel, non aspettate oltre: ovunque voi siate, siete nel posto giusto.