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Diario di viaggio: le emozioni del cicloturismo

Diario di viaggio: le emozioni del cicloturismo

Il nostro diario di viaggio dedicato all’avventura di Giulia Baroncini (@semicercatesonoingiro) da Milano a Chicago in bici, oggi ci porta ad affrontare un tema importante per chi ama viaggiare da solo. Parliamo dell’impatto delle opinioni e delle paure degli altri e del modo in cui possono influenzare le nostre esperienze.

Se non hai letto il primo articolo sul cicloturismo dedicato al viaggissimo di Giulia, puoi recuperarlo sul nostro blog.  Facciamo comunque un piccolo recap. A un certo punto della sua vita, Giulia si imbatte nella biografia di Luigi Masetti, un giovane che 130 anni fa intraprese un viaggio in bici da Milano a Chicago da solo.

Le tante somiglianze caratteriali e professionali con Masetti e il bisogno di cambiare qualcosa nella propria vita hanno spinto Giulia a partire per quest'avventura, giunta a destinazione anche grazie all’affidabilità delle ruote e del reggisella Ursus.

Il profilo instagram @semicercatesonoingiro è diventato il luogo virtuale in cui racconta gli incontri e le esperienze fatte durante il percorso. Ormai sulla via del ritorno, Giulia ha risposto ad alcune nostre domande, grazie alle quali condividiamo con voi una serie di post sul tema del cicloturismo in bici.

Quali emozioni finiranno sul nostro diario di viaggio?

In questo secondo post ispirato ai travel blog, ci concentriamo sulle emozioni che si provano durante il viaggio e su come, a volte, le paure degli altri possono restarci incollate addosso e influenzare le nostre sensazioni.

Abbiamo chiesto a Giulia Baroncini di raccontarci le sue emozioni e le reazioni della gente, alla partenza, durante il percorso e all’arrivo a Chicago. Un’esperienza di prima mano, che ci aiuta a capire che viaggiare in bici non significa mai viaggiare da soli.
Non ci resta che leggere il racconto della nostra cicloturista.

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Prima di partire: determinazione e sicurezza

Il momento della partenza è arrivato: Giulia non ha avuto il tempo di elaborare fino in fondo quello che sta facendo. L’idea di viaggiare in bici attraverso l’Europa e gli Stati Uniti è stata una folgorazione: lei l’ha semplicemente assecondata.

Le emozioni che prova alla partenza sono gioia, determinazione e sicurezza di sé. Ha davanti molte sfide, ma è contenta di affrontare il viaggio e non ha nessun dubbio sul fatto che riuscirà a farlo tutto. Un viaggio di quasi 8.000 km, tra due continenti, da sola, in sella a una bici.

Che follia viaggiare da sola e scegliere il cicloturismo

C’è una frase che Giulia si sente ripetere più spesso, quando racconta alle persone il progetto che sta realizzando:  “Ma che roba! Ma è impossibile! Cosa stai facendo?!?”. 

Insieme allo stupore, però, nota una forma di ammirazione, una sorta di ammissione: “piacerebbe anche a me”. Raccontare il suo viaggio in bici, porta anche gli altri a riscoprire il desiderio di avventura e questo le piace.

Per il resto, però, le reazioni della gente non cambiano la sua determinazione. Non considera affatto impossibile il suo lungo itinerario in bici, perché sa di averlo suddiviso in piccoli segmenti adeguati alle sue capacità. Non vede 8.000 km di strada davanti, ma tanti brevi tratti di percorso, assolutamente fattibili.

Il punto è che dove tanti vedono una follia, Giulia vede una scelta normale: qualcosa nella sua vita non andava, ha deciso di cambiarla, di fare qualcosa che si avvicinava di più a ciò che vorrebbe davvero fare nel settore travel e nel mondo della bici.

L’arrivo a Chicago: le paure degli altri

Chicago è sempre più vicina. Giulia si aspetta di versare lacrime di gioia all’arrivo nella città che rappresenta un giro di boa in questa sua avventura.

Ha parlato con molte persone incontrate lungo il suo percorso durante questo viaggio. A mano a mano che si avvicina alla meta, però, le reazioni della gente si fanno più caute. 

In tanti la avvisano di fare attenzione: Chicago è una delle città più pericolose degli USA, la definiscono una città violenta.

Le paure degli altri si incollano addosso a Giulia. All’arrivo, non versa le lacrime di gioia che si aspettava.  Le emozioni sono piuttosto piatte: lo stato di allerta in cui l’hanno messa le persone dei dintorni, ha attutito l’entusiasmo di tagliare il traguardo.

Un paesaggio incredibile però vale quanto una ricompensa: la prima cosa che vede arrivando in città è la spiaggia sul lago Michigan, la sabbia dorata, l’acqua blu e i grattacieli sullo sfondo. Giulia non si aspettava di essere accolta da uno scenario così.

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Viaggiare in bici da soli ci arricchisce

Il viaggio non è solo uno spostamento nello spazio. Allo stesso tempo è un modo per allargare i propri orizzonti e incontrare persone diverse, ma è anche un tempo da dedicare all’introspezione, soprattutto se si sceglie una forma slow come il cicloturismo.

Un’avventura così può cambiarci? Per rispondere - e concludere - lasciamo la parola a Giulia:

Sicuramente sono una persona diversa. Sono molto più ricca di emozioni, rispetto a prima. Il portafoglio è un po’ più vuoto, ma il bagaglio culturale è molto più grande: parlo meglio le lingue straniere che già conoscevo, sono più sicura di me e delle mie capacità.  Ho una carica più forte di prima perché questo lungo viaggio in bici è stata una ricarica di energie positive. Sento di essere diversa: mi definisco un po’ più pesante, proprio perché oggi mi porto dietro un bagaglio interiore più ricco”.

 

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