Come migliorare nel ciclocross? I segreti di Gioele Bertolini
Gioele Bertolini del team Selle Italia Guerciotti Elite è uno dei più grandi atleti italiani di Ciclocross, abituato a competere in contesti internazionali. Ci ha raccontato la sua esperienza, spiegandoci come il movimento del ciclocross italiano può evolvere per avvicinarsi al livello di quello belga e olandese.
Classe 1995, proveniente dalla Valtellina, è abituato a battersi con i campioni belgi, olandesi e tedeschi sui tracciati di Ciclocross di tutto il mondo. Ecco come ci si prepara per competere a livelli così alti nel Ciclocross.
Gioele, cosa vuol dire fare ciclocross?
“Prima di tutto voglio dirti che il ciclocross è uno sport che o ami oppure odi. Questa non è una disciplina che prevede mezze misure. I sacrifici sono all’ordine del giorno: per noi italiani competere con atleti soprattutto belgi, tedeschi e olandesi significa dover alzare di molto l’asticella rispetto a quando corriamo nel nostro Paese. In Belgio e Olanda il ciclocross è un vero e proprio sport nazionale, come qui il calcio per intendersi: è normale quindi trovare all’estero un livello di competizione, di esperienza e di allenamento più elevato nei nostri avversari. Questa è una prima considerazione che ti rivolgo qualora tu ti appresti ad iniziare la pratica del ciclocross, pensando di voler primeggiare: ehi… Non è per niente facile, sappilo. Devi pensare in grande: se deciderai di andare oltre le difficoltà iniziali, come in tutte le cose otterrai grandi soddisfazioni, cosa che ovviamente ti auguro. Fare ciclocross oggi significa non mollare mai: quando le gambe fanno male, quando freddo, pioggia e fango ti mettono a dura prova. Il ciclocross è una sfida prima contro se stessi e poi contro gli avversari.”
Come ci si prepara a queste vere e proprie sfide sul fango?
“Le mie sessioni di allenamento sono concepite per prepararmi ad essere un atleta il più completo possibile. Come potrai immaginare, a livello fisico le gare di ciclocross mettono a dura prova i corridori. Oltre ai tratti di tracciato da percorrere in sella alla bici, incontriamo normalmente porzioni di tracciato in salita (spesso con fondo sabbioso). È una questione di gambe, di forza, ma anche di agilità e di fiato. Per allenare tutte queste qualità io concilio palestra, bici e corsa. Chi concentra la propria attività agonistica unicamente sul ciclocross solitamente mette in preventivo una intensa preparazione estiva. In questo modo durante la stagione può programmare qualche richiamo di corsa e palestra, rimanendo al top della condizione più a lungo. Questo succede tipicamente ai corridori del nord Europa. Nel mio caso i mesi primaverili e la prima parte dell’Estate sono dedicati all’attività in MTB, questo fa sì che il tempo utile per una preparazione fisica specifica per il ciclocross si restringa. Ovviamente la cosa non va a mio vantaggio, obbligandomi ad usare i primi appuntamenti ufficiali per trovare la miglior condizione. La mia settimana tipo è composta da cinque allenamenti che si sommano alla gara nel weekend. Due giorni a settimana sono dedicati all’attività in palestra, un giorno invece alla corsa. Durante tutti e cinque i giorni di allenamento vado in bici, anche dopo la sessione in palestra. Principalmente svolgo esercizi su strada, mentre un giorno a settimana mi concentro sul ciclocross. Quest’ultima attività è importante per affinare la tecnica e per farmi trovare pronto al ritmo gara”.
Cosa manca al ciclocross italiano per raggiungere i livelli di quello nord-europeo?
“Un tempo in Italia eravamo i leader in questa disciplina. Lo stesso team Selle Italia Guerciotti Elite nel proprio palmares vanta diversi titoli mondiali vinti, ha avuto grossi successi a livello internazionale. Con il passare delle stagioni abbiamo investito poco e purtroppo abbiamo perso terreno rispetto a Belgio, Olanda e Germania. Negli ultimi anni i numeri stanno crescendo molto, per fortuna i giovani che si stanno avvicinando al ciclocross sono in costante aumento. Cosa ci serve per primeggiare anche all’estero nel giro di qualche anno? Direi soprattutto tracciati all'altezza: quando si esce dall’Italia si trovano percorsi durissimi: ad esempio in Svizzera, dove assomigliano a circuiti MTB. In Olanda e Belgio si incorre in percorsi sabbiosi, dove non si può mai smettere di spingere. I tracciati italiani sono stati mantenuti negli ultimi anni molto più semplici per allargare la possibilità di partecipazione a più ragazzi possibili, oggi va trovata però una formula che permetta ai migliori di misurarsi con indici di difficoltà più elevati. Solo così potremo uscire dall’Italia e sfidare alla pari i migliori del mondo. Sono comunque fiducioso, sto vedendo la crescita del nostro movimento”.
Un ultimo consiglio da Gioele Bertolini per chi inizia a fare ciclocross?
“Per migliorare bisogna sicuramente allenarsi bene, ma è importantissimo anche cercare di “rubare” un movimento, uno stile e un po’ di esperienza da chi ci sta attorno. Soprattutto in gara a volte si possono vedere atleti che fanno cose fuori dal comune: cerca di emularli, provare e riprovare i movimenti che hai visto ti permetterà di diventare sempre più forte”.
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